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Charles Baudelaire

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    sgubonius
    Post: 133
    Città: MILANO
    00 28/12/2008 19:35
    (1821 - 1867)
    CHARLES BAUDELAIRE



    Charles Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867) è stato un poeta, scrittore, critico letterario e traduttore francese.
    Da sempre è stato assunto a vessillo antiborghese della contrapposizione produttiva, di quel mito romantico che vede nel giovane che si allontana dalla famiglia e che si dedica a droghe, all'alcol e all'arte non un problema della "societas" ma un portatore del nuovo ed un artista all'avanguardia. Baudelaire infatti con i suoi scritti e la sua vita rappresenta tuttora l'artista e il poeta maledetto, figura iconica che segna ancora profondamente la visione dell'intellettuale e del poeta ai giorni nostri.

    Il senso di disagio provocato dalla violenta trasformazione socio-economica dell'Ottocento si è manifestato in due diverse poetiche nell'opera di Baudelaire. La prima, quella del simbolismo, è generata da un grande desiderio di ritrovare quel forte legame tra la società pre-industriale e la natura. Sono poste in risalto le analogie tra uomo e natura e sono accostati i diversi messaggi sensoriali provenienti dal mondo naturale, espressi attraverso la figura retorica della sinestesia.
    La seconda, l'allegorismo, deriva dal tentativo di sottolineare il profondo distacco della vita rispetto alla nuova realtà industriale, proponendo al lettore spunti di riflessione che richiedono un'attività razionale per essere compresi.

    fonte: wikipedia [SM=g8176]

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    "La vita è una festa... viviamola insieme"
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    sgubonius
    Post: 133
    Città: MILANO
    00 28/12/2008 19:50
    Forse il poeta più celebre, vero e proprio inventore della poesia moderna col suo simbolismo nonchè personaggio ormai... simbolo... di tutta una realtà. Le sue poesie sono sempre molto dirette e quasi brutali, la metafora non più nasconde o eufemizza ma ribadisce l'orrore e la meschinità dell'esistenza.
    Tocca sempre le corde più sensibili: l'amore, la morte, il dolore, la malinconia, l'angoscia e lo fa sempre in un modo unico fino ad allora, chiamando in causa quanto di più elementare eppure terribile c'è nel mondo, ovvero quanto di più suggestivo e potente.
    Purtroppo anche lui arriva sempre a quel punto di non ritorno dove la morte è la liberazione dal dolore e il nichilismo distrugge ogni cosa ("Et qui, soûl de son sang, préférerait en somme / La douleur à la mort et l'enfer au néant!"), e là è il suo limite, d'altro canto come tutti i poeti è proprio nello specchio di questo limite che si sprigiona tutta la carica creativa (come un balzo disperato per tentare di uscire).



    Metto un paio delle sue poesie che mi piacciono di più giusto per un assaggio!



    L’albatros

    Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage
    Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
    Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
    Le navire glissant sur les gouffres amers.

    A peine les ont-ils déposés sur les planches,
    Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,
    Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
    Comme des avirons traîner à côté d'eux.

    Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule !
    Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid !
    L'un agace son bec avec un brûle-gueule,
    L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait !

    Le Poète est semblable au prince des nuées
    Qui hante la tempête et se rit de l'archer
    Exilé sur le sol au milieu des huées,
    Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.





    Les Hiboux

    Sous les ifs noirs qui les abritent
    Les hiboux se tiennent rangés
    Ainsi que des dieux étrangers
    Dardant leur oeil rouge. Ils méditent.
    Sans remuer ils se tiendront
    Jusqu'à l'heure mélancolique
    Où, poussant le soleil oblique,
    Les ténèbres s'établiront.
    Leur attitude au sage enseigne
    Qu'il faut en ce monde qu'il craigne
    Le tumulte et le mouvement;
    L'homme ivre d'une ombre qui passe
    Porte toujours le châtiment
    D'avoir voulu changer de place.





    Le Goût du néant

    Morne esprit, autrefois amoureux de la lutte,
    L'Espoir, dont l'éperon attisait ton ardeur,
    Ne veut plus t'enfourcher! Couche-toi sans pudeur,
    Vieux cheval dont le pied à chaque obstacle butte.
    Résigne-toi, mon coeur; dors ton sommeil de brute.
    Esprit vaincu, fourbu! Pour toi, vieux maraudeur,
    L'amour n'a plus de goût, non plus que la dispute;
    Adieu donc, chants du cuivre et soupirs de la flûte!
    Plaisirs, ne tentez plus un coeur sombre et boudeur!
    Le Printemps adorable a perdu son odeur!
    Et le Temps m'engloutit minute par minute,
    Comme la neige immense un corps pris de roideur;
    — Je contemple d'en haut le globe en sa rondeur
    Et je n'y cherche plus l'abri d'une cahute.
    Avalanche, veux-tu m'emporter dans ta chute?

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    orpheus2046
    Post: 20
    00 03/01/2009 19:26
    Re:
    sgubonius, 28/12/2008 19.50:


    Purtroppo anche lui arriva sempre a quel punto di non ritorno dove la morte è la liberazione dal dolore e il nichilismo distrugge ogni cosa ("Et qui, soûl de son sang, préférerait en somme / La douleur à la mort et l'enfer au néant!"), e là è il suo limite, d'altro canto come tutti i poeti è proprio nello specchio di questo limite che si sprigiona tutta la carica creativa (come un balzo disperato per tentare di uscire).



    Appunto,perchè parlare di limite [SM=g9233] ?!
    Decisamente il mio poeta preferito,è da circa 4 anni(se ben ricordo)che leggo a ripetizione "i fiori del male",anzi,se togliamo roba di saggistica è l'unico libro che ho letto in questo periodo(detto da uno che divorava libri alle superiori).
    Per altro qualche anno fà tentai di leggere il suo romanzo,terribile,non si capisce una mazza,decisamente schizzato.

    Girammo un cortometraggio anni immemori fà,e si chiudeva con questa poesia(su un quadro di Friedrich),per altro se potete leggetela con sottofondo "le onde"di Ludovico Einaudi che fà effetto a palla!:

    L'uomo e il mare
    Sempre il mare, uomo libero, amerai!
    perché il mare è il tuo specchio; tu contempli
    nell'infinito svolgersi dell'onda
    l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito
    non meno amaro. Godi nel tuffarti
    in seno alla tua immagine; l'abbracci
    con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore
    si distrae dal tuo suono al suon di questo
    selvaggio ed indomabile lamento.
    Discreti e tenebrosi ambedue siete:
    uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
    dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
    mare, le tue più intime ricchezze,
    tanto gelosi siete d'ogni vostro
    segreto. Ma da secoli infiniti
    senza rimorso né pietà lottate
    fra voi, talmente grande è il vostro amore
    per la strage e la morte, o lottatori
    eterni, o implacabili fratelli!

    Fonte :http://www.letteratour.it/analisi/a02baudec02.htm