00 19/12/2008 21:34
Ho scoperto questo regista come una rivelazione per quanto sia uno dei più noti vedendo "Diario di un curato di campagna" che mi ha veramente sorpreso. Un film semplice, onesto, mai sopra le righe eppure enormemente introspettivo e profondo.

Credo che in qualche modo tutta la produzione di questo maestro si possa collocare in questa ricerca formale sostanzialmente minimalista, che riduce la messa in scena al minimo, proprio però in direzione di una spiritualizzazione forte del contenuto che in un silenzio quasi tombale risalta nella sua presenza drammatica.

Nonostante io sia sensibile ad un cinema un po' ricco e "sofisticato", in questo caso togliere tante sfaccettature al cinema non lo impoverisce, ma anzi focalizza totalmente l'attenzione sul soggetto del film, e sei chiamato in prima persona a viverlo, quasi senza mediazione.

Forse un po' diverso dagli altri "Quattro notti di un sognatore", su cui infatti sospenderei al momento il giudizio perchè è mi pare il più complesso e interessante dei suoi film (fra quelli che ho visto!).

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"La vita è una festa... viviamola insieme"