L'ANNO SCORSO A MARIENBAD
Un film decisamente misterioso, e che fa del proprio mistero la sua bellezza. Stilisticamente perfetto, fotografia netta e spettacolare in un bianco e nero dalle forme purissime, grandissima regia di Resnais e montaggio. Tutto il film è ricostruzione di un ricordo, nel ripetersi degli anni, delle stanze, dei corridoi di un albergo barocco, cambiano solo gli abiti dei personaggi. Non c'è scavo psicologico, i protagonisti non hanno nemmeno un nome (i dialoghi sono d'altronde scritti da un romanziere grande oppositore dello psicologismo), tutto è oggetto, tutto è metafisicamente posto nello spazio dell'albergo e del giardino come lo sono le figure di un quadro di De Chirico, tutto è statico, modellato dall'ombra, apparentemente eterno ed immutabile. Eppure l'incertezza del ricordo, la vaghezza del racconto, muta in continuazione la disposizione di queste pedine sulla scacchiera, a dimostrazione che di eterno e immutabile non c'è nulla e che nella memoria ogni cosa è impalpabile come sogno.