Faust (1926)

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sgubonius
00domenica 21 dicembre 2008 00:05
FAUST
di F.W. Murnau





Credo che in questo film ci sia celato il segreto del cinema come lo intendo io, cioè probabilmente come espressionismo. Questo film è studiato sequenza per sequenza, anche perchè è muto, e quindi gran parte della comunicazione avviene attraverso l'immagine. La musica accompagna un susseguirsi di veri e propri quadri dipinti attraverso la fotografia, nei quali sempre la luce dà valore a qualcosa e lo svela, oscurando qualcos'altro (non necessariamente meno importante). Poi è sempre il Faust, il grande dramma di ogni uomo! Solo (si fa per dire) questo dovrebbe avere un film... qualcosa da dire e un uso poetico (anche nel senso greco di poiesis: fare, produrre... emozioni ovviamente) di tutti gli strumenti a disposizione, cioè soprattutto immagini e musica, e secondariamente i dialoghi.

Trovo bellissimo il fatto che sia tutto in teatro di posa, come peraltro lo sono molti film di Fellini, con la conseguenza che tutto quanto è scenografia (nel senso anche greco di accamparsi un po', di mettere le tende e rendere alloggiabile un posto) e quindi parto del regista e del suo staff. La natura è e deve sempre essere rielaborata così dall'artista, riprodotta certo ma attraverso la sua mente. Penso per esempio al Casanova di Fellini, dove tutto è finto, tutto è metafora e scena, il mare stesso è palesemente un telo argentato che si muove mentre gli sfondi si fanno rarefatti e onirici. E' per questo che pur apprezzando alcuni capolavori non amo il neo-realismo, credo che sia una privazione, un mancato uso di tutta la potenza del cinema a scapito di una maggior terrestrità della comunicazione (cose più comuni, più comprensibili e dirette magari anche).

Penso che tutto il cinema seguente sia solo il tentativo di rendere sempre meno espressionista e più realistico e magari armonioso/estetico il lungometraggio, ma sostanzialmente la straordinarietà del cinema è già tutta in questo rudimentale film.

Consigliato a tutti, oltre che per la bellezza e profondità del soggetto, anche proprio per l'interessante linguaggio.

«Faust perchè cerchi la morte, se non hai mai neanche vissuto veramente?»
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