Roberto Benigni legge Dante

Va bè, se Benigni fallisce nel suo intento, allora vuol dire che la scuola dovrebbe fallire ancor più di lui, visto che Benigni fa esattamente la stessa cosa che fa la scuola, cioè insegnare la cultura; insomma, che differenza c'è fra quello che fa Benigni e quello che fa un professore di letteratura? Cioè, le differenze sicuramente ci sono ma credo che siano tutte a favore di Benigni. Ora, siccome a me non sembra che la scuola fallisca in generale (oggi sicuramente si, ma fino a qualche decennio fa dal liceo classico usciva gente come Calvino, Pasolini o Fellini), non credo si possa ritenere del tutto fallimentare neanche l'operazione di Benigni, che anzi riesce proprio laddove la scuola di oggi fallisce, e cioè nel far apprezzare la cultura e nello stimolare intellettualmente le persone.
Poi lasciamo perdere la pseudo-cultura, l'intento di Benigni è quello di far conoscere la bellezza, credo sia questo il principale dono offertoci dall'arte, e in quell'ora e mezza Benigni riesce perfettamente a trasmetterla quella bellezza, anche se poi chi ascolta non andrà ad approfondire per i fatti suoi, insomma, credo che questo sia già un risultato meritevole, ciò non può che costituire un giovamento per tutti; cioè, non credo che il suo intento sia quello di "acculturare" la gente, credo che lui stesso sia perfettamente consapevole che ciò sarebbe un po' una chimera, ma intanto non si può dire che il suo lavoro non produca risultati.

P.S.:io intanto continuo a pensare che l'arte dovrebbe essere di tutti, e non appartenere a un'elite, cosa che mi pare diceva anche Pasolini; naturalmente pensare che Benigni possa riuscire nell'intento di acculturare il popolo (anche se oggi forse il popolo non esiste più, ma questo è un altro discorso) sarebbe utopistico, ma non significa che sia assolutamente impossibile, anche perchè in passato ci sono stati dei periodi in cui ad esempio l'ultimo libro di un Dickens o di uno Zola venivano bramati dal popolo quanto oggi l'ultimo disco di Michael Jackson, per dire.

Io ho una concezione molto "etica" dell'arte, non nel senso che l'arte debba essere educativa, quanto più che l'arte è sostanzialmente un modo di condurre l'esistenza. L'arte non è che sia elitaria o popolare per scelta, accade che sia una cosa relativamente limitata a pochissimi produttori e non tantissimi fruitori. L'educazione non cambia di una virgola questo panorama, io mi son fatto 5 anni di classico (lo stesso liceo di Manzoni, Gadda e Buzzati, in teoria!) e ti posso assicurare che ho imparato solo a giocare a Pro Evolution Soccer sulla PSP, appena uscito per visioni e letture maturate un po' per caso mi sono cominciato ad appassionare. Ovviamente nè io nè te facciamo testo, però almeno dal mio punto di vista non è certo la scuola il riferimento per convincermi!

Tornando a noi, e poi chiuderei perchè qua si rischia ancora il degenero, Benigni certamente ha provato e ha fatto qualcosa di anche bello, soltanto credo che non serva a nulla spiegare e rendere comprensibile, la poesia non è la scienza, soprattutto se l'intento poi è divulgativo, idem la scuola che conferisce solo una tecnica (concentrazione, pazienza, saper usare il linguaggio, eccetera) e non certamente un esperienza culturale. Per questo altre letture dantesche sono migliori e il successo di questa rispetto ad altre non è sintomo di riuscita.

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Tornando a noi, e poi chiuderei perchè qua si rischia ancora il degenero

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Beh, ma tu sai che io adoro degenerare
Comunque guarda, non condivido una parola una di quello che hai detto, ma credo sia inutile continuare perchè mi sa che non arriveremmo a niente.
Comunque sia chiaro, io credo profondamente nella dialettica, e continuerò a crederci, è solo che non credo nella dialettica con te!

Lo so... finiamo sempre così!

Comunque intanto se qualcuno volesse farsi avanti faccia pure!